Tra due mesi ricomincia finalmente la primavera, che è però un incubo per chi soffre di rinite allergica, una delle forme più insopportabili di allergia. L’erba per noi recente, e indispensabile per questa malattia è la Nigella sativa, che gode di più di 650 studi, soprattutto asiatici, dove è un caposaldo di quella medicina. Per i musulmani, questa è conosciuta come “Habbatul barakah” o seme benedetto, tanto che si ritiene che il profeta Maometto la considerasse: “rimedio per tutte le malattie eccetto la morte”.
Lì è usata per previene e guarire brillantemente raffreddore, asma, mal di gola e malattie polmonari, ma anche contro vermi, emicrania, epilessia, psoriasi, e secondo certe fonti contribuisce a riscurire i capelli. Se ne usa l’olio, non di gran sapore, ma per i più deboli di palato si trova in perle, in erboristeria. Anche in fase acuta tale rimedio ha una risposta ben visibile, ma l’ideale è come sempre cominciare la cura in anticipo, e due mesi è il periodo necessario per le allergie stagionali.
A questo proposito possiamo citare gli studi del dottor Peter Schleicher direttore dell’Istituto di Ricerca Immunologia a Monaco di Baviera, e membro dell’Accademia Internazionale delle Scienze. Egli è stato il ricercatore occidentale che ne ha modernamente testato l’azione, su 600 pazienti con allergie di vario tipo, ottenendo una importantissima attenuazione o guarigione di quasi il 70% di questi. Ciò avviene perché la Nigella riesce a correggere buona parte delle disfunzioni del sistema immunitario, e soprattutto è il migliore strumento sulle allergie, ma anche malattie autoimmuni come ad esempio la tiroidite di Hashimoto.
Inoltre la nigella è un potente antinfiammatorio sistemico, e quindi utilizzabile su tutti i tipi di infiammazione, ma con i più brillanti e veloci risultati sul tratto digestivo, dove l’olio riesce a concentrarsi di più. Unica controindicazione è che potrebbe rallentare o impedire la contrazione dell’utero nel parto.
Walter Pansini
Articolo apparso domenica 26 gennaio 2020 su Il Piccolo