Riposare al momento giusto è vitale

Prima di curare una malattia bisogna chiedersi se mettiamo il corpo delle condizioni migliori, ad esempio se beviamo abbastanza acqua, oppure se ne rispettiamo i ritmi naturali. Infatti quasi ogni cellula ha il suo orologio circadiano, che regola i momenti di maggiore o minore attività degli organi nelle ore della giornata, ma addirittura l’attivazione e la disattivazione dei geni.

Quindi, per ottimizzare la salute e rallentare l’invecchiamento, è importante rispettare gli antichi schemi di veglia, sonno e alimentazione. Ad esempio dormire meno di sei ore per notte aumenta drammaticamente il rischio di insulino-resistenza, che è al centro della maggior parte delle malattie croniche e la tempistica dei pasti ha un impatto significativo sul ritmo circadiano. Ci sono organi che richiedono fino a 12 ore di riposo, in particolare senza cibo per consentire la riparazione.

Ciò era noto da sempre, ma si è approfondito particolarmente in questi anni, tanto che nel 2017 il premio Nobel per la fisiologia è stato assegnato a tre biologi, per la scoperta dei geni che controllano questi ritmi. In ogni organo, la funzione principale aumenta e diminuisce in determinati momenti della giornata, in modo coordinato con gli altri. Forzare una funzione in un momento innaturale, come i turni di notte o mangiare a mezzanotte, significa stressare gli organi relativi e quindi nel tempo ammalarli e invecchiarli prima.

I televisori, ma soprattutto gli schermi dei computer e smartphone hanno molta luce blu, cosa che dopo il tramonto inibisce la melatonina, fondamentale induttore del sonno, ma anche di per sé antitumorale e con molte altre funzioni. Chi non può rinunciare a questo, potrebbe utilizzare occhiali speciali che filtrano tra i 460 i 490 nm, la gamma di blu che riduce la melatonina in modo più efficace. Soprattutto, chi è seriamente malato o non più giovane e vuole tenere lontani i malanni, dovrebbe cibarsi solo nelle ore di luce o perlomeno tre ore prima del sonno.
Questa pratica ha dato brillanti risultati soprattutto sugli animali malati, ma anche sugli umani a cominciare dall’obesità, malattie cardiovascolari e infiammazione generale (sistemica), con miglioramenti sorprendenti in settimane. In fondo è solo un abitudine.

Walter Pansini Il Piccolo domenica 4 novembre

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