L’ascolto profondo in Metamedicina

La Metamedicina è la medicina (intesa come guarigione) del risveglio della coscienza. Non è una tecnica e non esistono regole fisse perché si basa sull’esperienza dell’ascolto profondo di sé stessi e degli altri.

Ma che cos’è l’ascolto profondo? L’ascolto profondo è ascoltare con il cuore.

Infatti come posso ascoltare gli altri se prima non ascolto me stesso? Come posso aiutare gli altri se prima non aiuto me stesso? Come posso amare se prima non amo me stesso?

Faccio un esempio: se mi capitano sempre le stesse situazioni in cui incontro delle persone che mi risvegliano un sentimento di umiliazione, forse dovrei iniziare a chiedermi “quando mi sono già sentito così?”, “di cosa ho paura?”, “perché non mi accetto così come sono?” e poi ascoltarmi in profondità e attendere una risposta, un segnale o un messaggio. Ma per prima cosa bisogna avere realmente intenzione di risolvere e non continuare a lamentarsi, perché altrimenti le cose andranno avanti sempre nella stessa direzione (per la gioia nel nostro ego).

Di solito in questi momenti le risposte che giungono e a cui diamo ascolto arrivano di testa e non di cuore perché è la nostra parte razionale (l’emisfero sinistro) quella che prende decisioni e che ci da una risposta (di solito la più sensata) ma forse non quella giusta per noi.

Ci sono due tipi di ascolto: attivo (di testa), cioè ascoltiamo o ascoltiamo qualcun altro pensando già alla possibile soluzione; e passivo (di cuore) dove semplicemente ascoltiamo e lasciamo salire le emozioni che ci permettono di essere nel “qui ed ora” per sentire ciò che abbiamo realmente dentro e di conseguenza anche chi abbiamo davanti.

Nel mio caso, prima di conoscere la metamedicina avevo enormi difficoltà ad ascoltarmi, evitavo di sentire cose spiacevoli e dolorose, boicottavo il mio dolore e non lasciavo fluire liberamente i miei sentimenti e le mie emozioni.

E tutto questo cosa mi provocava? Come mi sentivo nel reprimere tutto quanto? Come stavo nel mio profondo? Sicuramente provavo tanta rabbia repressa che non esternavo mentre nel mio profondo urlavo dal dolore.

In quel momento la strada meno dolorosa di tutte era la fuga, soprattutto da me stesso e di conseguenza dagli altri (anche perché era l’unica strada che conoscevo).

L’ascolto attivo mi teneva lontano dalle emozioni e una parte di me, l’ego, faceva di tutto per allontanarmi da ciò che avevo veramente dentro. Addirittura sentivo una vocina (l’ego va a nozze quando ci troviamo in queste condizioni perché vuole il comando della nostra vita) che mi diceva: “va tutto bene non preoccuparti”.

 Nel momento in cui ho iniziato ad ascoltarmi in profondità è cambiato molto nella mia vita, anche se mi è costato fatica e dolore, perché imparare ad ascoltarsi ed iniziare a farlo, spesso significa andare contro tutti e contro l’ ego che non vuole alcun cambiamento.

Però, mentre con l’ego è stato ed è tutt’ora una lotta continua, con le persone che conosco all’inizio è stato molto difficile, forse perché non erano pronte a confrontarsi ad alcun tipo di cambiamento: in definitiva mi avrebbero voluto sempre uguale, preciso, ottimista, buonista, disponibile. Nel momento in cui non ero più tutto questo, hanno avuto difficoltà ad accettarmi, ma successivamente dopo questo “scontro” iniziale siamo riusciti ad instaurare un nuovo rapporto.

Comunque, iniziare un cambiamento significa andare contro le vecchie credenze, abitudini e convinzioni; in pratica è una sfida aperta con l’ego (che invece ci vorrebbe come prima) che fa di tutto per evitare che ci mettiamo in contatto con l’ascolto profondo. Quindi non è proprio una passeggiata anzi è una “missione”, una “sfida” che dura per tutta la vita.

Tutto questo, nel mio caso è iniziato dopo il seminario di “liberazione delle memorie emozionali” e successivamente agli incontri di metamedicina con Claudia Rainville; lì si è aperta una porta (so che ce ne sono ancora tante da aprire) coperta di ragnatele cui dietro erano chiuse tutte le emozioni che prima avevo sempre evitato di affrontare.

Sono andato pian piano ad aprirla (non è stato facile) e ho iniziato a pulire quella stanza buia e sporca, oramai chiusa da troppo tempo, iniziando un percorso chiaro, che attraverso l’ascolto profondo mi auguro, mi porti all’autoguarigione.

Pubblicato da Paolo

Consulente ed animatore del seminario LME presso la scuola di Metamedicina di Claudia Rainville.

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