Il tradimento visto attraverso la Metamedicina

Il dolore dell’uno risveglia il dolore dell’altro. Claudia Rainville

Mi rendo conto che è impossibile inserire in un articolo tutto quello che si potrebbe scrivere sull’argomento (che è veramente tantissimo) in quanto un tradimento, vissuto o fatto vivere, è uno dei momenti più difficili nella vita di una persona, uno dei momenti più chiusi, più dolorosi, e indubbiamente più devastanti.

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Il tradimento porta con sè molto spesso la vergogna, il senso di colpa, e la sensazione di aver perduto per sempre qualcosa di prezioso. Del tradimento non si parla con tutti, ma solo con una persona amica o con lo psicologo. Mai con una persona di cui non si ha fiducia, poiché è un avvenimento molto intimo e riguarda un tabù ancora molto sentito, che è quello del sesso: sembriamo così emancipati rispetto ai nostri nonni e ai nostri genitori, ma in realtà anche per noi non è facile parlare liberamente della sessualità, se non scherzandoci sopra o rendendola grottesca. Esistono certamente anche delle persone che sbandierano il loro tradimento, magari con enfasi o con orgoglio, ma indubbiamente queste righe non sono state scritte per loro. Queste righe sono state scritte per ha subito un tradimento ma anche e soprattutto per chi ha tradito, per chi quindi ha saputo esprimere il suo disagio solamente fuggendo dalla coppia e mettendo in piedi un’altra relazione.

Questo perché vittima e carnefice hanno le stesse identiche responsabilità, 50 e 50: non esiste colpa di uno ed innocenza dell’altro. Esiste dolore e basta: dolore di chi non ha trovato altra via che tradire e dolore di chi ha attirato il tradimento nella sua vita e lo vive sulla sua pelle.
E finché non si accetta questa nuova comprensione del tradimento non si può pensare di “guarire”, di uscire dal dolore. Non si può voltare pagina o iniziare una nuova vita senza capire che la responsabilità è divisa fra ambedue le persone coinvolte.

Cosa ha vissuto il traditore per arrivare a questo? Che meccanismi, che convinzioni (errate) ha dentro di sè che lo hanno spinto a mettere in scena il tradimento? E cosa ha fatto l’altra persona per spingere il partner a tradirla? Che meccanismi esistono alla base di una coppia che tradisce?

Siamo creature molto particolari: portiamo fissato in noi indelebilmente l’imprinting della nostra infanzia, del comportamento dei nostri genitori, delle nostre prime esperienze e su tutto questo basiamo il resto della vita nostra vita, in primis la nostra vita affettiva. E siamo fermamente convinti di essere persone mature, consapevoli, adulte. A nessuno viene in mente che non è proprio così.
Questa infatti è forse la nostra illusione più grande, credere di essere adulti e maturi. E’ un’illusione molto pericolosa che genera molte sofferenze, infinite incomprensioni; questo perché se siamo convinti di essere grandi e autonomi non abbiamo bisogno di aiuto: solo di fronte al “crollo totale” andiamo a cercare aiuto, ma per certe persone nemmeno quello è il momento adatto.

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Rispetto a 30 anni fa le cose sono notevolmente migliorate, ma c’è ancora bisogno di fare parecchia strada, soprattutto in ambito maschile, visto che sono in maggioranza le donne a cercare aiuto per i problemi di coppia. Per l’uomo purtroppo, andare in cerca di aiuto equivale molto spesso ad una ammissione di non essere stato all’altezza come uomo. L’energia maschile è molto diversa da quella femminile: mentre una donna è alla ricerca del miglioramento all’interno della coppia, per l’uomo questo equivale ad una dichiarazione di non competenza, di non apprezzamento come uomo. E questo è il motivo per cui quando una donna chiede al suo uomo di andare con lei a cercare aiuto, l’uomo quasi sempre reagisce con una chiusura, perché la vive come un “perché andare a cercare problemi?”.
In realtà la donna vuole risolvere i problemi che sono già presenti e che l’uomo non riesce a cogliere, ma il modo in cui la donna si approccia al suo uomo è completamente sbagliato, perché lo porta a sentirsi giudicato.

Solo nel momento in cui l’uomo trova la donna con la valigia alla porta, o con un tradimento in corso, si rende conto che i problemi c’erano già ma, molto spesso, ha comunque difficoltà a comprendere che metà della responsabilità è anche sua.

Anche una donna impegnata nel suo ruolo di donna lavoratrice o di mamma, può non accorgersi che non c’è più spazio per il suo uomo, che non c’è più complicità sessuale, oppure che ha messo da parte l’energia femminile per entrare in quella autoritaria ed attiva tipica dell’energia maschile. Forse da piccola le è stato chiesto di essere brava, e dentro di lei c’è l’energia del “fare tutto, fare perfetto” arrivando anche a giudicare il proprio uomo, senza rendersi conto che in realtà tutto parte da lei.

E molto spesso un uomo di fronte a tutto questo, non avendo gli strumenti né per comprenderlo né per risolverlo, sceglie la fuga dal problema, anche nel silenzio.
Questo perché un uomo solitamente cresce con un insegnamento ana-emotivo, nel senso che da subito gli si insegna a non piangere, a fare l’ometto e a essere forte. In questo modo gli si impedisce di essere bambino, con le sue lacrime e con i suoi capricci (che altro non sono che emozioni che segnalano un disagio). Gli si insegna che esprimere le emozioni non va bene, che bisogna essere forti. Quindi quando da adulto si troverà nella sofferenza, non andrà in cerca di aiuto perché per lui le emozioni di dolore sono sbagliate, non vanno bene e quindi molto meglio nasconderle al mondo intero ma soprattutto a sé stesso.

Il lato incredibile e tragico di tutto questo è che sono proprio le donne che si lamentano dei loro compagni, che per prime allevano figli maschi incapaci di esprimere i loro bisogni attraverso le emozioni. Questo perché inconsciamente vogliono un risarcimento: non hanno avuto ciò che volevano dal loro uomo (aspettativa delusa), ed allora vogliono tutto questo dal figlio, che diventa adulto prima del tempo (“Com’è bravo Luigi: nonostante papà sia andato via, è bravissimo” .. per forza, tiene tutto dentro perchè vuole compiacere la mamma che ha sofferto così tanto, oppure non vuole peggiorare la situazione.. e quindi via libera a malesseri che si riversano sul fisico). Con questo sistema la donna genera altri uomini simili al compagno che l’ha fatta tanto soffrire, cioè uomini incapaci di sentire le loro emozioni, ma soprattutto incapaci di esprimere il loro malessere e di conseguenza non sapranno capire e gestire le emozioni forti tipiche delle donne. Insomma: un serpente che si mangia la coda.

Ma un tradimento, in realtà, cos’è? E’ un tradire la fiducia dell’altro. Per una donna il peggior tradimento è quello affettivo (perché viene a mancare la protezione ed il sostegno del maschio verso la famiglia) mentre per un uomo il peggiore è quello sessuale (perché viene a mancare la certezza di essere il padre dei suoi figli).

In realtà il tradimento è l’ultimo atto di una serie di capitoli che hanno già segnalato il disagio. E’ semplicemente la conclusione di un cammino, già evidente da parecchio tempo.
Il tradimento quindi non è una fine, ma un punto di partenza.
E la coppia a questo punto deve per forza fare una scelta: prendere il tutto come opportunità di crescita per ricreare una coppia nuova, salda, che si apra ed inizi a comprendersi, oppure chiudersi nel dolore, che inevitabilmente porta alla separazione o al rimanere assieme senza cambiare nulla, il chè in realtà è molto peggio, perché non si vuole comprendere il messaggio.

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Il tradimento è a tutti gli effetti un messaggio. E’ un allarme. In Metamedicina ogni sintomo fisico o emotivo è un avvertimento che segnala che c’è qualcosa che non va. Un tradimento è un messaggio che dice “prendere o lasciare”.
Prendere nella mani le redini della vita di coppia o lasciare tutto.
Prendere nella mani le redini significa comprendere i meccanismi che hanno portato a tutto questo. Giù la maschera, la coppia inizia a svelarsi.

In definitiva il tradimento ha solo messo in luce quello che c’era già, un dolore, una rabbia, un disagio o un senso di vergogna che ESISTEVANO GIA’. Non c’è nulla di nuovo sotto al sole.
Tolta la maschera è necessario chiedersi cosa si è vissuto per arrivare al tradimento, meglio ancora con l’aiuto di un terapeuta che lavori con il cuore, attraverso il cuore.
Claudia Rainville insegna che ognuno di noi mette in scena nella coppia le ferite rimaste irrisolte nella nostra infanzia.
Se da bambini ci siamo sentiti abbandonati può succedere che siamo diventati (per paura o per difesa) adulti possessivi, autoritari o forse anche vittimisti. Se invece abbiamo vissuto l’indifferenza, forse siamo diventati adulti indifferenti, freddi, o all’opposto arrabbiati e violenti, o celati dietro un mare di bugie. Queste sono solo delle ipotesi, scelte a caso fra mille, milioni esistenti: ognuno di noi è un mondo a sé. Proprio per questo motivo, consiglio vivamente di leggere uno dei capolavori di Claudia, “Metamedicina delle relazioni affettive: guarire le ferite del passato” edizioni Amrita: è un libro scorrevole, veloce e leggero, che con pratici esempi ci porta a scoprire come le relazioni vissute da piccoli influenzino in maniera incredibile le relazioni di oggi.

Il tradimento è una forza vitale propositiva che si attiva per salvare la coppia, ma a patto che ci si metta in gioco, e che si giochino bene le carte. Il tradimento è la sveglia della coppia e dice “Ehi svegliatevi! C’è qualcosa che non va!”.
Invece, se la coppia si dice “Andiamo comunque avanti” senza fare alcun lavoro su di sé, imbocca una strada che la porta ad un futuro senza futuro. Sono proprio le persone che si rimboccano le maniche e che pensano “andiamo avanti come se non fosse successo nulla” quelle che a lungo andare soffriranno di più, perché si rifiutano di affrontare il dolore. Non è forza questa, ma paura.

Ho avuto modo di aiutare due coppie, entrambe uscite dal dolore di un tradimento: la prima si è messa in gioco, ha aperto il vaso di Pandora e ha estratto il peggio che c’era dentro. L’altra invece ha sotterrato tutto, ha nascosto il tradimento come se nulla fosse accaduto. La prima coppia è ancora viva, sta crescendo, sta aprendosi l’uno verso l’altro. La seconda invece è apparentemente come prima. Solo che sono spenti, non c’è più nulla di vivo. C’è solo pesantezza, noia, dolore congelato. Esteriormente sono perfetti, ma dentro sono morti, sconfitti dalla loro stessa paura di affrontare la vita, perché un tradimento è vita, un tradimento porta alla vita. E’ una sfida, un’avventura, un gioco nuovo. Ma pochi lo capiscono. La maggior parte ne ha paura e si chiude. O fugge.

Esistono anche persone che tradiscono per anni, senza rendersi conto che tradiscono principalmente sé stesse, perché non hanno coraggio di accettare che c’è qualcosa che non va nella loro coppia, che c’è qualcosa da cambiare in loro stessi per ritornare vitali e in sintonia con la propria anima.

Ma cosa fare se a fuggire, a chiudersi è uno solo, mentre l’altro vuole affrontare e cambiare?
In questo caso la persona che vuole risolvere sceglie il suo destino e indirettamente anche il destino della coppia. Chi sceglie di fare il percorso che il tradimento le mostra, e deve (o vuole) farlo da sola (senza cioè il sostegno del partner), ha dalla sua il potere di cambiare la sua vita, di darle il senso che cerca, di essere finalmente libera. Mentre chi sceglie di non fare nulla, non ha tutte queste possibilità: è come se chiudesse la porta alla vita, al rinnovamento. Ma nemmeno in questo caso dobbiamo arrenderci al facile inganno del giudizio: una persona che non si sente ancora pronta ad affrontare questo dolore merita comunque il nostro rispetto, in quanto non è semplicemente pronta. Un bambino di prima elementare non è in grado fare un tema di una facciata: ma non per questo viene giudicato. Diamogli del tempo e prima o poi ci arriva, con i suoi tempi. Ancora non ha capito che vivere ed affrontare il dolore ci permette di capirlo per poi accettarlo: e questo passaggio ci cambia in meglio, ci rende forti e ci conduce verso una vita piena e felice. Nascondere il dolore spegne le persone. Nascondere il dolore segnala mancanza di coraggio, paura di affrontare gli scheletri del proprio armadio. Tutto questo non porta ad una vita libera e felice. Porta al dolore.
Quindi questo percorso non può essere imposto, può essere solo scelto: supplicare o minacciare il partner significa imporre un suo cambiamento perché si adegui alle nostre aspettative. E inevitabilmente questa imposizione incontrerà resistenza o comunque una reazione: a nessuno piace l’imposizione.

Ma c’è un altro importante motivo per cui è importante scegliere di fare un lavoro su sé stessi: la Metamedicina insegna che la vita infatti ci porta davanti lo stesso esame, la stessa situazione, più e più volte, finché non la superiamo. Il meccanismo è lo stesso della scuola: non passi l’esame? Allora devi rifare l’anno. Anche se scegliamo di lasciare il partner che ci ha causato così tanto dolore, è molto probabile che troveremo, attireremo un’altra persona che ci farà vivere la stessa emozione, ma magari in modo del tutto diverso.

Quindi, riassumendo, cosa si può fare una volta che il tradimento è stato consumato? Prendersi del tempo per sé, far uscire il dolore, le lacrime; trovare il coraggio di farlo, di essere sé stessi, non di avere una grande forza d’animo che in realtà, come abbiamo avuto modo di vedere, è la fuga dal dolore.
Se questo risulta difficile, diventa importante farsi aiutare: il mondo è pieno di counsellor, di consulenti di Metamedicina o di psicologi che sono in grado di aiutare ad elaborare un dolore così grande. Con un tradimento è veramente necessario un aiuto esterno, imparziale. E se il terapeuta scelto non è quello giusto, bisogna cambiarlo. E’ molto importante avere un sostengo efficace per uno dei periodo più importante della vita: l’importante è avere lo spazio ed il tempo necessario per esprimere il proprio dolore. Parecchio tempo.
Questo ovviamente non autorizza la persona tradita a piangere e a lamentarsi all’infinito: il periodo di esternazione del dolore varia da persona a persona, ma poi è necessario rimboccarsi le maniche ed iniziare il percorso di rinascita personale, o di coppia.

E’ possibile anche farsi aiutare da rimedi naturali come il Rescue Remedy dei fiori di Bach o l’Emergency dei Bush Flower per lo shock e il dolore vissuto. Ed infine, visto che i grandi stress depauperano l’organismo di sali minerali e vitamine, consiglio sempre di integrare la dieta con l’alga Spirulina o la Klamath per almeno 2-3 mesi, per aiutare il corpo a reagire a questo difficile momento.

Pubblicato da Susanna

Naturopata, Consulente ed animatrice di Metamedicina, aromatologa, floriterapeuta, numerologa, scrittrice.

2 Risposte a “Il tradimento visto attraverso la Metamedicina”

  1. Molto interessante grazie! Mi hai fatto comprendere che c’è della responsabilitá nella coppia e che un tradimento puó anche significare un punto di partenza per conoscersi meglio e per quello che siamo veramente. In questi casi penso che la metamedicina aiuti a far riavvicinare la coppia.

    1. Salve Daniele. Sono lieta di esserti stata d’aiuto. In effetti la Metamedicina può aiutare in questo percorso, come credo anche altre tecniche, ma l’essenziale è passare per il cuore, senza dimenticare il perdono (di cuore appunto) di chi ci ha ferito ma soprattutto verso sè stessi. Buona vita!

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