L’influenza delle emozioni sulla digestione – Lise Bourbeau

Se si tiene conto che ogni problema fisico è direttamente legato ad un modo di pensare, diventa facile giungere alla conclusione che la difficoltà nel digerire un alimento corrisponde ad una difficoltà nel digerire bene, vale a dire ACCETTARE, un’altra persona o una situazione.

Va da se che se abbiamo un problema nell’accettare ciò che avviene, ad accettare l’atteggiamento ed il comportamento di qualcuno, questo tipo di situazione ci farà vivere molte emozioni. Prima d’andare oltre, voglio precisare bene la differenza tra un’emozione ed un sentimento.

Un’emozione è un’attività mentale d’accusa, dunque di non accettazione. Nel momento in cui incominciamo ad accusarci o ad accusare qualcun altro, non siamo più in grado di sentire: il nostro ego prende il sopravvento sul nostro cuore, poiché non è d’accordo con ciò che accade. L’attività mentale prende il sopravvento e si manifestano delle emozioni, in particolare la collera. Si sono sempre molte altre emozioni associate alla collera: l’aggressività, l’impazienza, l’intolleranza, la frustrazione, e si può arrivare fino al rancore e all’odio. Ritroviamo sempre dietro a tutte queste emozioni un grande sentimento di dolore o di tristezza. Perché? Perché la nostra anima soffre all’idea che smettiamo di provare qualcosa.

Un sentimento corrisponde piuttosto alla capacità di provare qualcosa mentre osserviamo quello che accade, senza attività mentale né accusa. Per esempio, un sentimento d’ammirazione alla vista di qualcosa di bello, un sentimento di gioia nel sentire la risata di un bambino, ecc. Può anche provenire da una situazione considerata negativa, come un sentimento di paura quando si sta per cadere, un sentimento d’abbandono quando qualcuno ci ha dimenticato, ecc. Perché questo possa essere considerato sentimento, dobbiamo sentire ciò che accade interiormente ed essere capaci di guardare questi sentimenti senza giudicarli né bene né male. Si tratta della capacità di “sentire” e darsi il diritto d’essere umani e soprattutto d’avere delle paure che provengono dalle nostre ferite non guarite dell’anima. Una persona che può arrivare a sentire in questo modo, senza giudizio, è allora in grado di agire così con gli altri. Così eviterà di vivere delle emozioni e, di conseguenza, dei problemi di digestione.

Vi siete già chiesti perché lo stomaco è situato proprio vicino al cuore? Sapete, la sua morfologia non è casuale: il corpo è creato in modo molto intelligente. Per esempio, il cuore è situato nel pieno centro del corpo per indicarci che un essere umano centrato è una persona che sta nel proprio cuore. Avrete anche sicuramente notato che il cuore non è più veramente al centro del corpo fisico e questa constatazione è interessante, perché il suo posto naturale dovrebbe essere al centro del corpo. Per il moment, il cuore della maggior parte della gente è decentrato per mostrarci a quale punto noi, gli esseri umani, siamo diventati decentrati nel corso degli anni e delle generazioni. Una persona centrata nel proprio cuore è colei che può osservare tutto ciò che accade, tutte le persone intorno a sé, senza mai giudicare chicchessia come buono o cattivo, corretto o no. Ella accetta che ciascuno è differente.

Per contro, la persona decentrata è colei che giudica, che critica facilmente ogni volta che le cose non avvengono secondo le sua aspettative o quando la gente intorno a lei non agisce secondo le sue aspettative o le sue credenze. Prendiamo l’esempio di una signora che non può accettare la cattiva abitudine del marito di rimandare sovente all’indomani quello che deve fare. Lei giudica questo comportamento come «cattiva abitudine» secondo dei criteri che si basano sulle sue credenze, apprese in gioventù. Ciò implica che ogni volta che lui si comporta in questo modo, la collera prende il sopravvento su di lei, indipendentemente dal fatto che lei la esprima oppure no. Se lei si trattiene dall’esprimerla, essa le creerà ancora più danno nel suo corpo fisico.

Il fatto di vivere questa collera la blocca impedendole di essere nel proprio cuore e di sentire le paure che si risvegliano in lei a causa di questo comportamento e allo stesso modo le impedisce di scoprire ciò che vive suo marito, ciò che lo aiuterebbe a scoprire le paure che gli impediscono di passare all’azione immediatamente. Nel bloccare il proprio cuore, lei blocca contemporaneamente il suo stomaco che non è più in grado di portare avanti il suo lavoro in maniera naturale.

Perché è così difficile accettare gli altri senza giudicarli ed è così facile volerli cambiare? Ciò proviene principalmente dalle nostre ferite di tradimento o di ingiustizia. La ferita del tradimento viene attivata nel momento in cui l’altro agisce in maniera opposta a ciò che noi ci aspettiamo. Crediamo che una persona che ci ami debba sempre cercare di farci piacere. Non facciamo differenza tra «piacere» e «amare». Qualcuno può scegliere di non farci piacere, vale a dire non agisce secondo le nostre aspettative, e ci ama comunque.

Per esempio, non è che dal momento che l’uomo ha scelto di rimandare all’indomani ciò che la moglie vuole oggi egli sta per comunicarle che non la ama. Egli non fa altro che affermare ciò che preferisce. Se ascoltare le proprie preferenze lo mette in una situazione precaria, questo non riguarda che lui, perché sarà soltanto lui a doversene assumere le conseguenze. Il fatto che la moglie vive tante emozioni proviene sicuramente dal fatto che crede di dover essere lei ad assumerne le conseguenze: è falso. La legge della responsabilità dice bene che nessuno al mondo si trova qui per assumersi le responsabilità o le conseguenze degli altri. Coloro che non rispettano questa legge della responsabilità sono coloro che vivono molte emozioni, che si sentono spesso molto in colpa o che cercano di colpevolizzare gli altri.

La ferita dell’ingiustizia si attiva quando crediamo che qualcosa non sia giusto o giustificato o non sufficientemente perfetto. Noi dobbiamo soprattutto paura d’essere giudicati. Prendiamo l’esempio del padre che non riesce a digerire il modo di vivere, di vestirsi, di pettinarsi del figlio e che si ritrova ad essere ansioso, perché il figlio non vuole più continuare gli studi. Da quando è nato sogna di vederlo riuscire negli studi e soprattutto che abbia una brillante carriera. La sua motivazione è principalmente la paura di ciò che diranno gli altri se suo figlio si trascina per strada, perché lui è riuscito, anche senza studi universitari, a farsi strada nella società. Crede sinceramente che sia ingiusto da parte di suo figlio non approfittare dell’opportunità che ha di studiare a lungo quando lui, il padre, non ne ha avuto la possibilità, venendo da una famiglia molto povera. La sua difficoltà a digerire questa situazione ed il comportamento di suo figlio influiscono direttamente sulla sua capacità di digerire il cibo.

Il corpo fisico ha un’intelligenza perfetta e rappresenta uno strumento formidabile per portare la nostra attenzione su come vivere in armonia. Di fatto, siete forse obbligati a dover sempre indicare al vostro stomaco come digerire tutto quello che gli date? No, al contrario vi fidate del fatto che il vostro corpo sa da solo come digerire. La stessa cosa vale per tutto quello che avviene intorno a noi. Non dobbiamo dire a tutti come vivere la loro vita, dobbiamo aver fiducia nel fatto che ciascuno sappia nel profondo di se stesso ciò di cui ha bisogno e qualunque siano le sue decisioni nella vita questi imparerà qualcosa che gli sarà utile un giorno.

Questo non impedisce i dare dei consigli, di voler dirigere un’altra persona, ma c’è una netta differenza tra dirigere e voler controllare. La persona che dirige dà i suoi consigli o i suoi suggerimenti e lascia poi andare non preoccupandosi di cosa l’altro farà dei suoi consigli. Non vivrà dunque delle emozioni se l’altro avrà un’opinione diversa e non avrà quindi problemi di digestione.
Ciò che abbiamo detto si applica anche a noi. Ogni volta che non riusciamo a digerire un nostro comportamento o un nostro atteggiamento interiore, influenziamo il nostro modo di digerire il cibo. Non digerirci significa provare della collera per noi stessi e volerci cambiare a tutti i costi quando agiamo in maniera opposta a ciò che ci dice il nostro ego, che corrisponde all’insieme di tutte le nostre credenze.

Uno strumenti per eccellenza che ci vengono in aiuto per digerire meglio ciò che avviene intorno a noi è la tecnica dello specchio. Si dimostra infallibile, perché si basa unicamente sulla legge della responsabilità e della compassione. Ogni volta che una persona ci da fastidio, ci fa vivere della collera, è importante osservare di cosa accusiamo questa persona. Ritorniamo all’esempio della signora che viene disturbata dal comportamento del marito. Ciò che la disturba è il fatto che lui rimandi all’indomani. Allora lei deve chiedersi di cosa lo accusa. Se lo accusa di essere pigro, indica che lei ha una credenza secondo cui essere pigri è qualcosa di inaccettabile. Ci troviamo tutti su questo pianeta per imparare ad accettarci sia nei nostri aspetti positivi che negativi. Sfortunatamente, a seguito della nostra educazione, abbiamo appreso che tutto ciò che è considerato negativo è inaccettabile. Chi decide cosa è negativo e cosa non lo è? SOLTANTO l’EGO. Poiché ciò che si rivela negativo per una persona può mostrarsi molto positivo per un’altra.

Così impariamo che la signora, non accettando l’aspetto pigro del marito, non accetta questo aspetto in se stessa. Ciò significa che fintanto che si vede vivere un po’ di pigrizia si sente colpevole e ce l’ha con se stessa. Può persino nascondersi di avere voglia di un momento di pigrizia. E questo può anche arrivare a non autorizzarsi mai ad avere momenti di pigrizia. Più lei se ne priva, più vorrà impedirlo agli altri e più vivrà delle emozioni nel momento in cui qualcuno si autorizza a fare qualcosa che lei non osa permettersi per non sentirsi in colpa.

Questa tecnica dello specchio è eccellenti per aiutarci ad accettare tutti gli aspetti di noi. Se la signora si prende il tempo di guardarsi quando vive un momento di pigrizia senza giudicarsi ne criticarsi e si chiede qual è il suo intento in quel momento, vedrà bene che a causa del fatto che rispetta i suoi limiti in certi momenti ha il diritto di non voler fare niente. Nel darsi questo diritto le sarà molto più facile sapere cosa vive suo marito perché, in quei momenti di pigrizia, anche lui ha lo stesso intento.

La cosa più stupefacente da scoprire con questa tecnica è che quando accusiamo gli altri di qualcosa e noi non crediamo di essere così, in realtà altre persone ci accusano della stessa cosa. La signora potrebbe, per esempio, chiedere a suo marito se, in un dato momento, lui l’ha trovata pigra, in un ambito qualsiasi della vita. Secondo lui, per esempio, lei è pigra nel campo dell’esercizio fisico o nell’occuparsi dei conti di casa.

Per terminare, ogni volta che avete un problema di digestione, invece di chiedervi: «Cosa ho mangiato o bevuto che mi difficile mandar giù in questo momento?», vi consiglio di chiedervi, invece: «Che cosa ho difficoltà a digerire in questo momento, quale comportamento non mi va giù e non risponde alle mie aspettative?». Nel fare questo tipo di lavoro di accettazione scoprirete che non c’è nessuno al mondo che ha per missione di rispondere sempre alle vostre aspettative e che anche voi non siete qui per rispondere alle aspettative degli altri. E sarete lieti di con statere che le vostre relazioni ne gioveranno nettamente.
Vi auguro una BUONA DIGESTIONE!

(articolo pubblicato su Bio Contact, Gennaio 2005)

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