La memoria dell’acqua

L’acqua ci disseta, ci lava, ci nutre, ci guarisce, ci fa divertire, ci insegna e ci dona molto, moltissimo altro ancora.
Eppure sembra così uguale, non sembra differente l’acqua del rubinetto da quella di una bottiglia acquistata nel supermercato, se non forse nel sapore.

Entriamo in contatto con l’acqua da subito, sia internamente nella formazione del nostro corpo nel ventre della mamma, e sia esternamente, nel liquido amniotico nel quale nuotavamo dolcemente. Acqua, elemento straordinario, insostituibile. Acqua, così poco valorizzata, liquido prezioso sempre più carente.

L’acqua, essendo materia, è caratterizzata da una specifica conformazione geometrica: si dispone infatti a tetraedro e quindi le sue molecole possono assumere varie forme che concorrono alla costruzione di strutture diverse di volta in volta.

Infatti, analizzando due fiocchi di neve al microscopio, risultano diversi uno dall’altro, e c’è anche di più: sciogliendo separatamente i due fiocchi e facendolo gelare nuovamente, si ri-ottengono gli stessi identici fiocchi.
Questa è memoria, memoria dell’acqua. Infatti ogni molecola dell’acqua possiede un’identità geometrica originale ed inconfondibile, che la rende unica fra miliardi di miliardi di altre simili.
E proprio da questo principio prendono il via molte discipline terapeutiche quali l’omeopatia, i fiori di Bach, l’aromaterapia e la cristalloterapia.

L’acqua porta quindi la memoria dell’elemento con il quale è entrata in contatto e lo fissa geometricamente nella sua memoria. Di conseguenza questo significa che tali rimedi entrano in noi attraverso la pelle, il sotto lingua, l’olfatto o l’apparato digerente, e ci trasmettono la memoria a loro disposizione, scatenando la nostra risposta personale.
Ed è per questo che si innesca il processo di guarigione con una diluizione altissima di acqua e veleno di api, tanto per fare un esempio: ed è giustissimo dire che oramai non rimane nemmeno la traccia del veleno nel rimedio omeopatico finale. La traccia no, ma la memoria si.

Allo stesso modo l’acqua usata per lavare le cisterne delle navi che trasportano materiale radioattivo, l’acqua che viene usata per lavare il sangue dei macelli, l’acqua che lava un terreno impestato di antiparassitari, anche se evapora e si condensa trasformandosi in pioggia a migliaia di chilometri più in là, conserva ancora la sua memoria di violenza subita.
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”

Il famoso uomo di scienza giapponese Masaru Emoto ha portato avanti nell’ultimo decennio, degli esperimenti davvero significativi nell’ambito dell’acqua.

Ha rivolto all’acqua delle parole di diverso significato, e ha scattato poi una sequenza di fotografie della stessa acqua alla temperatura di 5°C sotto zero.
L’acqua investita dalla frase “mi fai star male” assumeva una struttura caotica simile ad un tumore, mentre l’acqua che aveva ricevuto la parola “amore” presentava caratteristiche geometriche perfette, come quelle di un cristallo.
Allo stesso modo la parola “Adolf Hitler” trasformava la molecola fino a farle assumere la forma di un bubbone della peste, all’incontrario della molecola esposta al messaggio “Maria Teresa di Calcutta”, divenuta un piccolo fiore a sei punte.

Questo ci dovrebbe far comprendere molto anche in merito ai nostri rapporti sociali di tutti i giorni: quante volte ci siamo ammalati di fronte alle parole di qualcuno? Oppure dopo aver sentito una notizia angosciosa o triste che ci riguardava direttamente. E magari abbiamo dato la colpa al povero virus influenzale, che se non trova un terreno adatto nemmeno si sogna di attecchire su di noi…
Un altro esempio che alla luce di quanto esposto può far rabbrividire, potrebbe essere la persona che si dice “Odio il mio corpo” oppure “Odio la mia faccia”, scatenando una reazione nella memoria dell’acqua del suo organismo, che a lungo andare certamente non migliora la situazione.

Per concludere questo primo articolo sull’acqua, posso solo darvi un’idea, un messaggio che vi porterà certamente dei risultati a breve tempo: prima di bere dell’acqua o qualunque altro liquido, ditele che l’amate e che la ringraziate di dissetare la vostra sete. E se avete una persona ammalata in casa, chiedete all’acqua che questa berrà, di portare salute, equilibrio ed armonia nel suo organismo: vi assicuro che l’acqua farà il possibile per aiutarvi.
D’altro canto, è da quando è stato creato l’uomo che l’acqua fa miracoli per noi…

Pubblicato da Susanna

Naturopata, Consulente ed animatrice di Metamedicina, aromatologa, floriterapeuta, numerologa, scrittrice.

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