LA FELICITA’ vista da Omraam Mikhaël Aïvanhov

Qualcuno dice: «Sono felice perché…» Ebbene, il solo fatto che attribuisca una causa alla propria felicità è la dimostrazione che non possiede la vera felicità! Perché la vera felicità è una felicità priva di causa. Sì, voi siete felici e non sapete nemmeno perché. Trovate che sia meraviglioso vivere, respirare, mangiare, parlare, camminarE. Non vi è accaduto niente, né un successo né un regalo né un’eredità né un nuovo amore. Ciò che vi rende felici (sì, perché comunque una ragione c’è) è la sensazione che qualcosa venuto dall’alto si aggiunga a tutto quel che fate, un elemento spirituale che neppure dipende da voi… È come un’acqua che scorre dal Cielo e vi attraversa. Per la maggior parte degli esseri umani la felicità è legata ai possedimenti: case, denaro, onori, gloria oppure un marito, una moglie, dei figli. No, la vera felicità non dipende da alcun oggetto, da alcun possedimento, da alcun essere; essa viene dall’alto, e vi stupisce scoprire in voi, senza sosta, quello stato di coscienza superiore. Vi rallegrate e non sapete nemmeno perché. Ecco la vera felicità.

La felicità cui aspirano gli esseri umani è sempre legata al possesso di qualcosa: case, denaro, onorificenze oppure una moglie, dei figli. Se non li ottengono, non si sentono felici. La loro felicità dipende da ciò che possiedono, e se capita loro di perderlo, è la catastrofe. Ma se un giorno riuscirete a scoprire cos’è la vera felicità, sentirete che in realtà essa non dipende da alcun oggetto, da alcun possedimento e da alcun essere; la vera felicità viene dall’alto, e voi stessi siete stupiti nello scoprire continuamente quello stato di coscienza meraviglioso. Vi rallegrate, senza sapere perché mai siete felici. Ecco la vera felicità. Il giorno in cui riuscirete a immergervi nell’oceano dell’armonia universale, non avrete più bisogno di andare a cercare alcunché per la vostra felicità; sarete continuamente immersi in essa. È come la respirazione: inspirare, espirare… inspirare, espirare… Sì, la felicità è come la respirazione dell’anima.

La vera felicità si trova nell’attività, ma ovviamente in un’attività superiore a quella che permette di guadagnare un poʼ di denaro per provvedere ai propri bisogni o a quelli della famiglia. Il lavoro materiale è necessario ma insufficiente, e non può appagare nessuno. Per essere felice, l’uomo deve imparare a fare un lavoro con il pensiero, il sentimento, l’immaginazione e la volontà, poiché è in un lavoro di questo tipo che troverà la pienezza e, qualunque cosa accada nel mondo, egli avrà sempre il proprio lavoro. La sua attività esterna può essergli tolta a causa degli avvenimenti, ma egli può fare il lavoro interiore ovunque si trovi, anche nelle condizioni più difficili, anche nell’altro mondo. Perché nessuno può sottrargli la sua intelligenza, il suo cuore e la sua volontà, che sono le uniche vere ricchezze sulle quali può sempre contare.

La vita non è che un susseguirsi di scambi che avvengono tra il nostro mondo interiore e il nostro mondo esteriore. Noi però dobbiamo sempre porre l’accento sul mondo interiore, poiché è quello con cui siamo continuamente in relazione, quello in cui siamo immersi. Riflettete: voi non state sempre guardando, ascoltando, toccando o assaporando qualcosa di esterno a voi, mentre invece siete sempre con voi stessi, con i vostri pensieri, con i vostri sentimenti e i vostri stati di coscienza. Perciò, finché privilegiate il mondo esterno rispetto al mondo interiore, andrete incontro a grandi delusioni. Forse, per un momento, potete avere l’illusione di ottenere qualcosa, ma qualche tempo dopo non avete più nulla: vi è sfuggito tutto. Gli esseri umani sono alla ricerca di qualcosa che li possa appagare, qualcosa che non sempre riescono a definire, anche se lo chiamano “felicità”. Ma devono sapere che è anzitutto in loro stessi, organizzando il loro mondo interiore, che riusciranno a trovare la felicità.
Sentirsi felici o infelici, allegri o tristi: spesso si tratta di stati d’animo molto relativi. Ecco un esempio che vi ricorderà senza dubbio qualche vostra esperienza. Vi sentite un po’ annoiati, un po’ tristi, la vita vi sembra incolore, insapore… Improvvisamente vi giunge una terribile notizia: c’è stato un incidente in cui un membro della vostra famiglia o un amico carissimo è rimasto gravemente ferito, e forse è in pericolo di morte. Naturalmente siete affranti, ed è normale; ma qualche ora dopo, venite a sapere di essere stati male informati: si è trattato di un errore, e la cattiva notizia non vi riguarda. Allora, tutto a un tratto, che gioia provate! Ora la vita vi sembra così leggera, così bella e ricca! E perché prima non vi sembrava tale? Perché è stato necessario che per errore vi fosse annunciato che un parente o un amico era in pericolo di morte, per farvi prendere coscienza che prima eravate già felici?

Pubblicato da Paolo

Consulente ed animatore del seminario LME presso la scuola di Metamedicina di Claudia Rainville.

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