Intolleranze alimentari – terza parte

INDIVIDUARE GLI ALIMENTI

Per aiutare una persona ad affrontare e risolvere le intolleranze alimentari è necessario individuare gli alimenti che le causano disturbo; esistono moltissimi test in merito che permettono di scoprire gli alimenti che non si tollerano, di cui solamente due attualmente riconosciuti dalla medicina ufficiale, quello del lattosio e quello del glutine.
Personalmente mi sento di consigliare il vega test (e sue possibili varianti ed evoluzioni), il DRIA test oppure il test kinesiologico. Il test effettuato sulla pelle lo trovo poco attendibile in quanto la pelle NON è il nostro apparto intestinale, mentre il test ematico, pur essendo indubbiamente migliore, mi lascia perplessa visto che il cibo non entra direttamente in contatto con il nostro sangue, ma passa prima attraverso la fase digestiva: essendo ognuno di noi un mondo a sé stante, non possiamo sapere a priori se digeriamo bene e come lo facciamo, quindi non è (sempre secondo il mio modesto parere) attendibile mettere una goccia dell’alimento nel nostro sangue dentro una provetta e vedere se il globuli bianchi diminuiscono o rimangono invariati.

Una volta scoperti gli alimenti a sui si è intolleranti, bisogna porre attenzione al fatto che una persona intollerante ad una sostanza deve eliminare dalla sua dieta anche gli alimenti che mantengono attive le sue frequenze anche se apparentemente non hanno alcun collegamento.

DIETA

Diventa importante scegliere una dieta ipotossica affinché l’organismo sia in grado di ristabilirsi, una dieta cioè che escluda alimenti che producano colle o acidi e che tenga conto degli alimenti risultati intolleranti e che sono da eliminare. Le colle vengono prodotte da un eccesso di carboidrati, grassi e zuccheri, mentre gli acidi vengono prodotti dall’introduzione di carboidrati raffinati, zuccheri ed alimenti di origine animale.

E’ possibile che dopo questa dieta la persona diventi improvvisamente sensibile ad alimenti che prima mangiava senza problemi, situazione che spesso mette in confusione chi la sta vivendo. Il modo migliore per spiegare cosa accade dentro il nostro organismo dopo una pulizia disintossicante è quello di raccontare una breve storia.
Immaginiamo una stanza piena zeppa di spazzatura, fango e macerie. Se una persona passa e getta sopra tutto questo sporco un secchio di fango maleodorante, nessuno si accorgerà della differenza nemmeno se i secchi venissero vuotati più volte al giorno.
casa sporca

Ma se un giorno si provvede a pulire la stanza, mettendo in alcuni sacchi la spazzatura, pulendo il pavimento, il secchio di fango puzzolente buttato sul pavimento verrà notato immediatamente. A maggior ragione se, dopo aver pulito e dato la cera alla stanza, viene nuovamente gettato un altro secchio di fango puzzolente. E’ impossibile non accorgersene.

Proprio per questo motivo è necessario imparare ad ascoltare i segnali del nostro corpo, per evitare alimenti o cibi che lui riconosce immediatamente come non adatti a noi; purtroppo se noi continuiamo ad introdurli, ci abituiamo a sentire questi segnali come fosse la normalità, ed il corpo smette di segnalarceli.

RIPRISTINO DELL’INTESTINO

Oltre alla dieta è necessario aiutare l’intestino a ripulirsi delle scorie causate dall’alimentazione errata per poi reimpiantare una flora intestinale corretta: non bisogna dimenticare infatti che è proprio nell’intestino che risiede la massima concentrazione del sistema immunitario.
Un metodo efficiente per aiutare il nostro intestino è certamente il Protocollo di pulizia intestinale.

AIUTARE GLI EMUNTORI PRINCIPALI

Siccome questa pulizia metterà necessariamente in circolo delle tossine, è necessario aiutare tramite un drenaggio, i principali organi emuntori (intestino, fegato e reni) affinché eseguano efficacemente il loro lavoro di gestione ed elimino delle stesse, ed anche per evitare che si presentino delle crisi di guarigione o di pulizia. Questo a maggior ragione se, prima di iniziare la pulizia, le tossine venivano eliminate anche attraverso gli emuntori secondari (sistema respiratorio, pelle, vagina, ghiandole sebacee, ghiandole lacrimali, ghiandole salivari) a causa dell’insufficienza degli organi emuntori principali.
Questo lavoro andrebbe fatto sempre, ma a maggior ragione se anche l’iride ci segnala che uno o più di questi organi emuntori sono in sovraccarico o sono potenzialmente carenti.

LAVORARE CON LA SFERA EMOTIVA PER FARE UN BUON LAVORO

Come abbiamo avuto modo di vedere, il cibo è sempre legato alle emozioni: se queste ultime interferiscono con una buona digestione e un buon metabolismo dei nutrienti, allora è necessario lavorare anche su questo punto.
A questo scopo disponiamo di uno strumento molto potente, che sono i fiori di Bach: ideati da un medico sensitivo ad inizio del secolo scorso, sono rimedi molto versatili in quanto sono in grado di farci vedere, accettare ma soprattutto modificare i meccanismi e le convinzioni limitanti che ci sono sfavorevoli. Eccezionali a livello psichico/emotivo, arrivano al cuore del nostro dolore interiore (che causa molto spesso emozioni ritenute negative) permettendoci di superarlo.
fiori

I fiori non cambiano la persona e nemmeno la curano. Inizialmente ci fanno vedere come siamo dentro, nel nostro intimo (il famoso momento in cui c’è la crisi di guarigione, in quanto la persona vede il dolore e l’emozione considerata negativa) per poi favorire il cambiamento, con molta gradualità e dolcezza. E’ possibile inoltre che i fiori aumentino o riprendano l’attività onirica, spesso con sogni pesanti, tristi o violenti: solitamente sono i nostri vissuti dolorosi che i fiori stanno smuovendo: significa che stanno agendo dentro di noi, che sono giusti e che vanno presi per più tempo.
In questa sezione i fiori verranno divisi per singola emozione che può essere collegato in qualche modo al cibo. Verranno toccate varie tematiche, quali ansia, intolleranza, rabbia e paura.

Ansia

Le persone che vivono con ansia solitamente passano gran parte della giornata in ortosimpaticotonia, in quanto vivono un (presunto) pericolo costante. Le persone che soffrono di molteplici intolleranze alimentari senza cause organiche apparenti, dovrebbero provare a ricercare la causa del loro disturbo anche in una possibile ansia, conscia o meno.

Alcuni fiori utili allo scopo possono essere:

AGRIMONY Quando la persona vive un’angoscia interna, dovuta dalle emozioni represse e non espresse, che lo portano a creare dentro di se una pentola a pressione sempre più piena, che può esplodere a livello fisico (con conseguenti malesseri) o a livello emotivo (disturbi mentali / psichici che vanno dalla semplice ansia a psicosi manifeste). E’ buona cosa associare questo fiore sempre a Star of Bethlehem.
ASPEN Quando l’ansia non è motivata da un evento logico e reale, oppure quando la persona è molto sensibile e sente energie o presenze inspiegabili, che lo rendono agitato soprattutto perché è il solo a percepirle.
IMPATIENS La persona vive e lavora sempre di fretta, bruciato da un’ansia interiore.
MIMULUS Quando la paura e/o l’ansia sono motivate da un evento reale e possibile. Il soggetto è solitamente molto sensibile, come se avesse una protezione in meno e quindi vive ogni evento molto più intensamente.
VERVAIN La persona Vervain vive continuamente nell’ansia di dover convincere gli altri delle proprie idee, del proprio credo. Fondamentalmente instancabile, finisce prima o poi per esaurire la sua energia.
WALNUT Questo fiore è indicato per chi non vive bene un momento di cambio, di mutamento, come un trasloco, un divorzio o ad esempio l’arrivo della menopausa.

Intolleranza e rabbia

Lo ricorda la parola stessa: intolleranze alimentari, come se il corpo non tollerasse quello che mangia. Se la persona nel suo intimo ha difficoltà ad accettare certe situazioni, persone o la vita stessa, potrebbe essere che il suo intestino (considerato a ragione il nostro secondo cervello o cervello emotivo) inizi a non tollerare gli alimenti che in qualche modo gli ricordano la persona o la situazione da lui rifiutata.
vi odio tutti

Un esempio potrebbe essere la famosa intolleranza al latte: il latte viene collegato al latte materno, e quindi si presuppone una intolleranza verso la propria madre, o verso situazioni vissute nel passato con essa.
Qui si potrebbe ampliare di molto il discorso visto che, attualmente, siamo l’unica specie vivente a nutrirsi di latte (e suoi derivati) dopo il periodo dell’allattamento. Potrebbe essere dovuto forse ad una forma di dipendenza verso la figura della madre, visto che negli ultimi 100 anni la sua figura è stata completamente esautorata. Questo sia perché non è più la figura di riferimento del bambino nei suoi primi anni di vita (per motivi di lavoro o di studio) e sia perché non è più in grado di prendersi cura della salute del bambino con l’aiuto del suo intuito materno e del supporto della cerchia femminile della famiglia, ma demanda tutto all’esterno (di solito al mondo medico). Il fatto che circa nello stesso periodo storico sia stato scelto di aumentare l’introduzione nella dieta del latte e dei suoi derivati potrebbe essere una coincidenza oppure no (anche dettata ovviamente da un business economico); fatto sta che nel mondo moderno tutti i bambini assumono una quantità esagerata di latte sotto varie forme, dando adito a molte patologie e disturbi, non ultimo l’intolleranza, una delle prime in ordine di frequenza.

Vediamo ora assieme i fiori che potrebbero aiutare queste persone:

BEECH Per la persona che giudica, che non tollera, che non accetta qualcosa di diverso dal suo conosciuto. Allo stesso modo lo si può consigliare alle persone che non tollerano determinati alimenti.
WATER VIOLET Indicato per chi ha difficoltà ad interagire con il mondo, per chi si sente diverso, migliore, ed ha bisogno del suo spazio fisico
CRAB APPLE Questo fiore viene consigliato a tutte le persone che non riescono a tollerare lo sporco, il disordine, e che tendono a vivere in una bolla per difendersi da tutto quello che non è puro o perfetto. Al tempo stesso si rivela adatto anche alle persone che non vogliono essere “intaccate” interiormente da virus, batteri o tossine esterne, oppure che si sentono sporche o contaminate da quello che mangiano.

Paura

Talvolta capita che le intolleranze alimentari abbiano alla base l’emozione della paura, questo perché la persona vive ogni situazione, ogni elemento diverso da quanto conosciuto con diffidenza, e quindi a priori tende a rifiutarlo, a non tollerarlo.

Alcuni aiuti potrebbero essere:

APEN Quando la paura è legata ad un evento poco probabile (come la paura del buio, paura di essere seguiti, eccetera) oppure quando la persona è molto sensibile e sente energie e presenze inspiegabili, che la rendono agitata anche perché è la sola a percepirle.
MIMULUS Quando la paura è legata ad un evento probabile, reale. Il soggetto è solitamente molto sensibile, come se avesse una pelle in meno e quindi vive ogni evento molto più intensamente.
ROCK ROSE Siamo in presenza di una paura enorme, che diventa panico, terrore e incapacità di muoversi. Capita sovente negli attacchi di panico con motivazioni diverse, che talvolta si esprimono anche a tavola. Questo potrebbe essere un fiore da prendere in considerazione in caso di allergie di una certa entità.

DA NON DIMENTICARE

Sicuramente in tutte le sinergie assunte o proposte a tale scopo, sarebbe necessario inserire almeno all’inizio il fiore Star of Bethlehem, come aiuto per sciogliere ed elaborare gli shock vissuti, anche nella prima infanzia.
Se la persona non crede nella guarigione e pensa che non sia possibile per lei ritrovare la salute, è sempre meglio aggiungere Gorse, il fiore che fa rifiorire la speranza. In definitiva, ogni persona che si reca da un medico, ha in parte perduto la speranza di guarire da sola, ha perso la fiducia nella sua capacità di autoguarigione.
Se questa speranza è proprio smarrita del tutto e la persona sente di aver toccato il fondo, un buon aiuto arriva dal fiore Sweet Chestnut.
Infine, nel caso in cui la persona sia refrattaria al cambiamento, oppure ha delle difficoltà nell’imparare dai suoi errori e dal suo vissuto, un buon fiore è certamente Chestnut Bud.

Leggi la prima parte.
Leggi la seconda parte.

BIBLIOGRAFIA
– Attilio Speciani – Guarire le intolleranze –Tecniche nuove ed.
– Daniele Santagà – L’albero della Naturopatia –Editoriale Programma
– David Sheinkin, Michael Schachter, Richard Hutton – Le intolleranze alimentari –Red ed.
– Dietmar Kramer – Nuove terapie con i fiori di Bach vol.1 –Mediterranee ed.
– Claudia Luoni, Antonio G.Traverso – Il farmaco che ogni giorno assumiamo: il cibo. Allergie, intolleranze e sovraccarichi alimentari –M.I.R. ed.
– Fabio Nocentini e Maria Laura Peruzzi – Il libro completo dei fiori di Bach –Giunti ed.
– Marion Kaplan – Alimentazione senza glutine e latticini: affrontare le intolleranze alimentari senza rinunciare alla buona tavola –Il punto d’incontro ed.
– Rudy Lanza – Basi fondamentali di Naturopatia
– Rudy Lanza – Iridologia in Naturopatia – Espace Bleu ed.

Pubblicato da Susanna

Naturopata, Consulente ed animatrice di Metamedicina, aromatologa, floriterapeuta, numerologa, scrittrice.

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