Il potere immenso della GRATITUDINE

Lo sapevate che la gratitudine è una delle chiavi più importanti per aprire le porte dell’amore e dell’abbondanza? La gratitudine schiude il cuore, infonde amore, scaccia la paura, ridimensiona il dolore, accresce l’autostima e molto di più, stimolando inoltre mille nostre qualità di cui nemmeno siamo a conoscenza.
Relegata al ruolo di Cenerentola, in realtà dovrebbe essere la Regina della nostra esistenza, perché la sua potenza può veramente cambiare la vita di ognuno di noi.

Cosa sappiamo in realtà della gratitudine? Ecco la sua definizione, tratta da una famosa enciclopedia: “Sentimento e disposizione d’animo che comporta affetto verso chi ci ha fatto del bene, ricordo del beneficio ricevuto e desiderio di poterlo ricambiare”.
Ma se è molto semplice provare gratitudine verso chi ci aiuta senza chiedere nulla in cambio, verso chi ci fa un favore importante, diventa meno facile provare gratitudine per le cose di tutti i giorni, che passano in sordina, inosservate.

Com’è difficile ricordarsi di provare gratitudine verso un marito o una moglie che ci stanno accanto e ci amano, seppur con i loro difetti. O verso un figlio che ci accetta per come siamo. O verso un genitore che, pur a modo suo, è sempre presente nel momento del bisogno.
E nell’istante in cui queste persone scompaiono, improvvisamente ci rendiamo conto di quanto bene si stava assieme a loro, di quanto amore ci donavano, seppur diverso da quello che noi desideravamo.

Il punto cruciale è che diamo tutto per scontato.
E dando tutto per scontato, non notiamo l’amore, il gesto d’affetto, il rispetto che si nasconde dietro la facciata di chi ci circonda, non ci accorgiamo che dietro un moto di rabbia o un muro di silenzio si nascondono altre caratteristiche, un altro tipo di amore, ma pur sempre di amore si tratta.
E, una volta perduto tutto questo, ne paghiamole le conseguenze, con dolore, sensi di colpa, con un vuoto che diventa molto difficile colmare.

gratitudine

Ma se è difficile provare riconoscenza verso chi amiamo, diventa veramente arduo provare gratitudine verso qualcuno che non sopportiamo, che ci rende la vita impossibile, come ad esempio un datore di lavoro esigente, un collega invadente, un’amica pettegola o il politico di turno. Sembra veramente impensabile esprimere riconoscenza verso queste persone.
Eppure, anche qui c’è nascosto dietro un valido motivo per farlo, e gli Specchi Esseni possono aiutarci a capirlo meglio.

Gli Specchi ci insegnano che quando qualcuno ci infastidisce, la caratteristica che ci disturba o ci ferisce è già presente dentro di noi, altrimenti non potremo notarla. Quindi se noi non sopportiamo, ad esempio, una persona che ci sembra avara di denaro, questa qualità risuona anche dentro di noi, magari in forma diversa; potremo essere avari di complimenti, avari di amore, avari di tempo. Forse la persona in questione ci da fastidio perché noi, quella caratteristica, non la possediamo e vorremo averla: se non sopportiamo una persona che (secondo noi) è egoista, forse abbiamo bisogno di esserlo anche noi, dedicandoci più tempo o imparando a dire di no.

Quindi, se qualcuno ci mostra attraverso il suo atteggiamento, una caratteristica già presente dentro di noi che andrebbe modificata, oppure ci indica una qualità che dovremmo sviluppare a nostro beneficio, questo qualcuno merita la nostra gratitudine, in quanto ci fa da specchio, è un nostro maestro.
Nel cammino verso la nostra consapevolezza si impara quasi da subito che i nostri più grandi maestri sono le persone che più ci feriscono, dato che il loro compito è in realtà quello di mostrarci le ferite che dobbiamo ancora risolvere, gli esami che dobbiamo ancora superare.
Provare gratitudine verso questi maestri ci aiuterebbe a cambiare la frequenza della nostra vita, ci rafforzerebbe, ci renderebbe più facile essere felici.
Ma forse è più semplice giudicare, condannare, facendo passare qualsiasi giudizio come “semplice costatazione” (uno dei più alti inganni del nostro ego spirituale).

La situazione si complica non poco se una persona ci ferisce nel profondo, o ci annienta fino alle radici, come potrebbe essere il caso di un genitore che ci rinnega, un compagno/a che ci tradisce, un figlio che ci odia.
Ognuna di queste persone riveste un ruolo essenziale nella nostra vita, perché ci permette di vedere che ferite abbiamo bisogno di risolvere per ritrovare la felicità. Se veniamo rinnegati forse dobbiamo risolvere la ferita del rifiuto. Se veniamo traditi, forse dobbiamo risolvere la ferita dell’abbandono. Se veniamo odiati, forse dobbiamo imparare ad amarci noi stessi per primi, cosicché gli altri lo faranno come logica conseguenza. Questo concetto lo spiega molto bene la Metamedicina attraverso i suoi insegnamenti. Tutto passa verso l’amore e la gratitudine verso sé stessi e tutti gli altri.

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E proprio l’amore verso sé stessi uno dei sentimento più importanti. Provare gratitudine verso sé stessi non è così naturale come potrebbe sembrare: provate a prestate attenzione a quanto lavora il vostro corpo, quanti battiti vengono ritmati nei minuti che leggete queste righe, quanto sangue porta nutrimento ai tessuti, quante tossine sta eliminando il vostro fegato.
Quanti miliardi di milioni di funzioni avvengono ogni giorno dentro di noi, per permetterci di camminare, respirare, ridere, amare, odiare, vivere…
Lo diamo per scontato, lo sappiamo ma non gli diamo la giusta importanza.
E nel momento in cui perdiamo una o più funzioni, improvvisamente ci rendiamo conto di quanto meraviglioso era vedere, ascoltare, camminare, mangiare un pizza, ridere, fare all’amore.
Il Dalai Lama disse che passiamo metà della vita a produrre denaro, e l’altra metà a spenderlo per ritrovare la salute.

Il nostro corpo trasporta la nostra Anima. La trasporta così bene che l’Anima si identifica nel nostro corpo e diventano una cosa sola. E quando l’Anima soffre, di un dolore così profondo che preferiamo non vederlo, allora il corpo si incarica di mostrarcelo. In pratica il corpo è la nostra Anima tangibile.
Come insegna la Metamedicina: tutto quello che imprimiamo (non esprimendolo) viene espresso attraverso il corpo.
Quale meraviglia quindi il nostro corpo: non solo ci scorazza per il mondo, non solo ci fa gioire delle bellezze della vita, ma si incarica anche di mostrarci dove stiamo sbagliando.
E mai nessuno pensa a tutto questo, mai nessuno spende un minuto alla sera per dirgli “Grazie per tutto quello che fai per me”.

Ho appreso negli anni di come il corpo risponda ai nostri messaggi di gratitudine: il nostro corpo sente, percepisce, riceve tutti i nostri pensieri. Sia i pensieri diretti verso il mondo esterno (e voi che pensieri avete?) e sia i pensieri rivolti verso di lui.
Masaru Emoto, uomo di scienza giapponese, fece degli eccezionali esperimenti sulla memoria dell’acqua, che ci hanno permesso di vedere con i nostri occhi, come l’acqua percepisca e comprenda i nostri propositi.
L’acqua, essendo materia, è caratterizzata da una specifica conformazione geometrica: ogni sua molecola possiede un’identità geometrica originale ed inconfondibile, che la rende unica fra miliardi di miliardi di altre simili.
Questa è memoria, memoria dell’acqua. E proprio da questo principio prendono il via molte discipline terapeutiche quali l’omeopatia, i fiori di Bach, l’aromaterapia e la cristalloterapia.
Masaru ha svolto diversi esperimenti, rivolgendo all’acqua delle parole di diverso significato, per poi scattare diverse fotografie della stessa alla temperatura di 5°C sotto zero. L’acqua investita dalla frase “Mi fai star male” assumeva una struttura caotica simile ad un tumore, mentre l’acqua che aveva ricevuto la parola “Amore” oppure l’energia della gratitudine presentava caratteristiche geometriche perfette, come quelle di un cristallo.

masaru emoto

Considerando che il nostro corpo è composto al 70% di acqua, cosa succede all’acqua che c’è dentro di noi se pensiamo o diciamo “Dio mio, che brutto/grasso/vecchio che sono” ?
Come pensate reagiscano le nostre cellule, che poi concorrono a formare i nostri tessuti, che poi danno forma i nostri organi?
E come pensate che poi si comporteranno quelle cellule, quei tessuti e quegli organi? Avranno facilità a rimare sani, forti e vigorosi? Oppure si indeboliranno e non svolgeranno più le loro funzioni con gioia?
Non è così difficile ogni sera ringraziare il proprio corpo, dargli sostegno, soprattutto a quelle parti che soffrono, che stanno male, che più di tutte hanno bisogno di amore, supporto e incoraggiamento.
Se un nostro amico o familiare sta male, noi lo sosteniamo, lo aiutiamo, lo incentiviamo ad andare avanti. Perché non fare lo stesso con il nostro corpo?

Se il discorso è valido per il nostro corpo, lo stesso si può applicare alla nostra Anima.
E’ fondamentale provare gratitudine verso sé stessi anche se non siamo come vorremmo, se ci sentiamo sbagliati, se abbiamo ferito qualcuno, se siamo ci siamo comportati male. “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.
Siamo presenti su questo mondo per imparare ad amare, per apprendere l’arte del perdono e della gratitudine, prima di tutto verso sé stessi; una volta appresa l’arte di amare ed essere grati verso sé stessi, diventa più semplice e fluido provare amore e gratitudine verso il nostro prossimo, qualunque atteggiamento esso esprima.
Ricordiamoci che parte tutto da noi. Sempre.

La nostra vita, il nostro mondo inizia da noi, dai nostri pensieri, dal nostro amore, dalla nostra gratitudine.
La gratitudine infatti è uno strumento potentissimo per modificare e creare la realtà che ci circonda: siamo perennemente circondanti da un campo energetico (morfogenetico) dove, sotto forma di vibrazioni, vengono immagazzinate tutte le informazioni. Questo campo ci permea e ci influenza senza nemmeno che ce ne rendiamo conto: come quando entriamo in un ambiente e sentiamo subito che c’è qualcosa che non va.

E ogni volta che una persona dice o pensa una parola con una determinata valenza, il campo energetico viene rafforzato con quella determinata energia. Più forte e vasto diventa ad esempio il campo energetico (nel nostro caso) della gratitudine, più facile diventa per le persone dire grazie e sentirsi appagate.

L’amore è sempre stata la forza più grande, e la gratitudine è un’espressione dell’amore: infatti chi manca di amore o lo esprime raramente, ha difficoltà ad essere grato.
E, per il principio della legge universale di azione e reazione, ogni cosa che seminiamo ci torna indietro, molto più forte: come possiamo sperare di ricevere benessere ed amore dalla vita se non la rispettiamo, se non la amiamo, se non siamo grati per ogni giorno che riceviamo, sia esso lieto che triste?
Chi ama la vita, chi sa esserle grato, riceve in egual misura (ed anche più) dalla vita stessa.
Non sono le azioni che facciamo, il lavoro che svolgiamo o le tecniche che conosciamo a determinare il nostro successo ma la qualità dei nostri pensieri, delle nostre emozioni e la gratitudine che proviamo giorno dopo giorno.

Non per nulla l’opposto della gratitudine è la mancanza. Chi non è grato soffre della penuria, della carenza, gli manca sempre qualcosa. Chi è grato non manca di nulla, ha già tutto il mondo dentro di sé.
Impossibile? Semplicistico? Non vi resta che provare. Seriamente.

L’energia deriva dall’attenzione: se noi siamo consapevoli della gratitudine, inviamo le vibrazioni corrispondenti e attiviamo al tempo stesso vibrazioni analoghe, il che significa che si creeranno sempre più situazioni per le quali potremo a buon diritto essere grati. Nobuo Shioya

Se hai piacere, guarda la trasmissione “Il giardino dei sogni” del 5 gennaio 2016, dove Paolo ed io parliamo proprio della gratitdine.

Pubblicato da Susanna

Naturopata, Consulente ed animatrice di Metamedicina, aromatologa, floriterapeuta, numerologa, scrittrice.

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