Ego sano ed ego malato

Immaginate una carrozza con i cavalli, un cocchiere e un passeggero.
Il passeggero siamo noi, la nostra anima.
I cavalli sono le nostre emozioni.
Il cocchiere è il nostro Ego, che vuole mantenere il controllo.

Se vogliamo andare in una direzione, dovremo per prima cosa renderci conto che è il cocchiere che dirige i cavalli (le nostre emozioni) e non il passeggero. Il passeggero può solo dire al cocchiere dove vuole andare, ma non può prendere in mano le redini dei cavalli.

Se quindi, il nostro Ego ha preso il soppravvento sul viaggiatore, cosa che accade quasi sempre, possiamo stare certi che la carrozza non adrà esattamente dove vogliamo andare.
Ma in definitiva l’Ego che cos’è?
L’Ego nasce come difesa, come tutela della nostre ferite, per far sì che non sanguinino più, che nessuno le stuzzichi o peggio ancora, le faccia di nuovo dolere. Ma se l’Ego da bambini ci è servito per sopravvivere, da adulti ci complica la vita, ci fa ripetere gli stessi errori, ci rende l’esistenza impossibile.
L’Ego adulto rappresente la super-mente, controlla i nostri pensieri, li porta dove vuole lui, li modifica e modifica pure le emozioni ad essi collegate.
L’obiettivo dell’Ego è quello di dividere, di creare separazione.
L’Ego vive nel passato (rimpianto o rancore) e nel futuro (paura, insicurezza, ansia). L’Ego non vuole vivere nel presente, altrimenti non riesce a controllarci. Quando siamo nel presente noi siamo nel cuore, viviamo con il corpo, non con la mente. L’Ego si protegge chiudendo il cuore, e così facendo ci fa uscire dal presente.
Siamo preda dell’Ego quando siamo con i pensieri nel giudizio, quando siamo nel futuro o nel passato.
E’ normale pensare al tempo che fu, o al tempo che verrà, ma non sempre, o perlomeno spesso. E’ logico fare ogni tanto dei paragoni con chi ci sta vicino, ma farli di continuo, con la convinzione di fare soltanto delle banali “constatazioni”, ci rende sempre più preda del gioco dell’Ego che gode di tutto questo.
Vediamo un po’ come riconoscere il nostro Ego.
Ricerca i complimenti
Ama fare la morale al prossimo
Ha molte difficoltà ad accettare le critiche
Può sminuire gli altri per sentirsi meglio, o può elevarli per convincersi di essere proprio un buono a nulla
Si sente inferiore se rivolgono complimenti a qualcun altro
Ricerca la riconoscenza per l’aiuto offerto
Vuole fare le cose giuste, “corrette”
Resiste a qualunque cambiamento
Vuole avere ragione a tutti i costi: “Si, ma…”
Vuole farsi notare, osservare
Vuole scomparire, non essere visto, essere invisibile
Ricerca il potere
Non vuole le cose semplici, non ama oziare

Quando siete sicuri di avere ragione, quello è il vostro Ego.
Il dubbio è la sola strada per la consapevolezza, in quanto solo il dubbio porta alla ricerca e alla conferma o meno delle nostre convinzioni. La sicurezza di essere nel giusto invece non porta a nulla, perchè non c’è più ricerca, ma solo stasi, immobilismo e rigidità, che corrisponde alla morte (mentale, intellettuale, emotiva o spirituale).
L’Ego si manifesta attraverso l’orgoglio, di cui ne esistono diversi tipi. Eccone alcuni:
L’orgoglio mentale, di chi pensa di sapere tutto, di conscere cosa è meglio per gli altri
L’orgoglio spirituale, di chi pensa di essere arrivato e di conoscere la verità (che spesso è solo conoscenza, un gioco mentale)
L’orgoglio modesto, di chi vive nella falsa modestia o nel buonismo, per sentirsi dire (o per credere dentro di sé) che è una brava persona

Dietro l’Ego in realtà si nasconde sempre la paura, paura di non essere amati, accettati, di non essere all’altezza. Paura del rifiuto, di essere umiliati e che gli altri si aprofittino di noi.
Molte volte mi sento dire “Ma è grazie all’Ego che ho vinto una corsa, che ho fatto una determinata cosa”. Questo è vero; esiste anche un ego sano, ma è molto difficile averlo, soprattutto nella società odierna.
Pensiamoci un attimo: perché un atleta vuole vincere, essere primo? Per dimostrare qualcosa a sé stesso, e di conseguenza anche agli altri. Ma se sono in pace con mè stesso, se so quanto valgo, non ho necessità di arrivare primo; quindi correrò per il gusto di correre, non a livello agonistico, ma per il piacere di sentire il mio corpo vivo, pulsante o per avere maggiore salute. Potrò anche correre per sfogare lo stress, per dedicarmi del tempo o per stare con gli amici. Ma non guarderò i tempi, non mi sentirò a disagio se non riuscirò in quanto avevo deciso, e non sforzerò il mio corpo per avere il risultato voluto. Questo esempio vale anche in altri campi, ovviamente, non solo in quello sportivo.
E purtroppo l’Ego porta sempre al dolore, alla separazione, ai problemi. Finchè c’è Ego c’è sofferenza, c’è dolore, c’è malattia.

Quando l’Ego non è abbastanza umile per ascoltare il messaggio del maestro interiore, la sofferenza si incarica di farglielo capire. Claudia Rainville

L’ego sano invece porta alla crescita personale, alla consapevolezza, ad una vita piena e felice. Porta all’unione, alla comprensione, alla compassione, alla spiritualità vera, viva. Porta all’Amore.
Quindi per prima cosa dovremmo renderci conto di avere un Ego. Poi dovremmo accettarlo. Ed infine passare all’azione. E questa azione è diversa ed unica per ognuno di noi, rappresenta la Nostra Strada, il Nostro Cammino.
E per avere la certezza che la strada che stiamo percorrendo è proprio la nostra, quella giusta, basta vedere se abbiamo o meno dei dubbi; se li abbiamo, è proprio quella giusta.

Queste righe non si vantano di proporre la verità assoluta, ma solo la somma di molte esperienze personali che sono diventate la mia verità personale. Se vi serve qualcosa, prendetela, altrimenti lasciate tutto qui.

Pubblicato da Susanna

Naturopata, Consulente ed animatrice di Metamedicina, aromatologa, floriterapeuta, numerologa, scrittrice.

2 Risposte a “Ego sano ed ego malato”

  1. Nel caso in si stabilisca, in base ai tuoi criteri, di avere un ego totalmente malato, c’è una “cura”..? AA te la penna. Cordiali saluti
    Alex

    1. Bè… non detengo la verità assoluta, i miei articoli sono frutto della mia esperienza, del mio sentire, e fanno parte della mia verità soggettiva. Se poi tale verità soggettiva corrisponde alla verità di qualcun altro e posso con i miei scritti aiutarlo a star meglio, ben venga.
      Ritornando al proprio Ego, già il fatto di rendersene conto (che non è “sano”) fa parte della cura 🙂
      “Non c’è peggior sordo di colui che non vuol sentire”
      E’ già un grande passo, secondo la mia modesta opinione, rendersi conto che le mie ciritche verso qualcuno o i miei lamenti su quello che non va nel mondo (o nella mia vita) sono in realtà tentativi del mio Ego a scaricare la colpa verso qualcun altro e a non prendermi la responsabilità di quello che accade nella mia vita (è così facile dare la colpa agli altri..). Poi esistono molti metodi per prendersi cura di questo Ego e ridimensionarlo, uno fra tanti è certamente la Metamedicina ad esempio (che arriva alla radice della mia critica o dei miei lamenti e ne cambia la consapevolezza). In qualunque seminario di Metamedicina si lavora sempre sull’Ego, ed anche negli incontri singoli con i consulenti si affronta l’Ego.. anche se non tutti sono in grado di vederlo 🙁
      Attendo tua risposta, grazie di aver sollevato una domanda così interessante… Buon tutto.

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