“Che bel colore… mi fa venir fame…”

Oltre al gusto, disponiamo del senso della vista che ci dovrebbe permette di scegliere con criterio cosa mangiare. Molto spesso una tavola ben imbandita, dei piatti colorati e varietà di alimenti, scatenano l’acquolina in bocca;basti pensare alle vetrine delle pasticcerie o alle riviste di cucina, che solo con le immagini ci invogliano ad assaggiare, a mangiare ed a gustare.

La vista, fino alcuni decenni fa, ci serviva per selezionare gli alimenti, dopo averli guardati attentamente alla ricerca di muffe, parassiti, deterioramenti vari. Nel momento in cui si vedeva che nella mela c’era un vermetto, oppure che il pane aveva un colorito non proprio salutare, allora era giocoforza buttare via il tutto.

Adesso non è più così semplice, perlomeno da quando hanno introdotto nei nostri cibi additivi e coloranti di sintesi. Alcuni esempi?

– Le minestre preconfezionate, i dadi da brodo e il curry avrebbero un colorito grigiastro senza l’E100 (su cui sono stati fatti pochi studi).
– Gli sciroppi, le bibite, alcuni gelati, avrebbero un giallo sbiadito senza l’E102, l’E110 (controindicati a chi è allergico all’aspirina) e senza l’E104 (fuorilegge in Australia a causa della sua tossicità).
– Le bevande, alcuni aperitivi, il marzapane, le gelatine e alcuni gelati non potrebbero essere del giusto rosso senza l’E122 (sconsigliato a bambini, persone asmatiche e sensibili a reazioni allergiche). Lo stesso discorso con l’E123, bandito in America dal 1976, in quanto considerato mutageno!
– Le bevande a base di cola e i ghiaccioli (ma anche birra, whisky, frutta e verdura in scatola, biscotti e conserve), devono il loro colore all’E 150 (ottenuto trattando gli zuccheri con il calore e sostanze chimiche come acido solforico e ammoniaca)

Purtroppo molti di questi prodotti sono destinati ai bambini, i quali, meravigliosamente curiosi, vogliono scegliere proprio il gelato al gusto puffo o il ghiacciolo blu, senza minimante immaginare di nutrire il loro corpo con l’E131 (vietato in Australia, causa prurito, orticaria, abbassamento della pressione sanguinea e tremore). Ma se i bambini non possono giustamente saperlo, il compito di spiegare tocca a noi genitori, magari con parole semplici, alla loro portata.

E purtroppo nemmeno il cioccolato, il magico cibo degli Dei ne esce indenne: dal 2000 è stata autorizzata l’aggiunta del 5% di “materia grassa vegetale” diversa dal burro di cacao. In realtà, per un gioco di numeri, la percentuale di sostituzione è compresa fra il 20 e il 25% del prodotto finale. E che cosa vuol dire “materia grassa vegetale”? Significa che il cioccolato che mangiamo (tranne quello dichiarato puro al 100%) contiene al posto del burro di cacao: burro di karitè, l’olio di palma, l’illipè o peggio ancora i grassi di scarto che non possono sostituire degnamente il cacao.

La regola in realtà è molto semplice: più un cibo ha un colore acceso e violento, più è da evitare: non per nulla in natura il rosso viene usato per le bacche velenose, o per i funghi tossici.
Aggiungendo il consiglio del dott. Vanoli che recita “Più qualcosa è pubblicizzato meno è da mangiare”, avremo il 100% delle regole ottimali per evitare di mangiare i cibi spazzatura che dilagano negli scaffali dei supermercati.

Pubblicato da Susanna

Naturopata, Consulente ed animatrice di Metamedicina, aromatologa, floriterapeuta, numerologa, scrittrice.

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