Caffè con zucchero

Ogni mattina, milioni di persone si svegliano bevendo una tazzina di caffè dolcificata il più delle volte con un po’ di zucchero. Per di più il rito del caffè è diventato un’abitudine, un pretesto come un altro per staccare la spina durante il lavoro e concedersi una pausa, alla pari di una sigaretta.
Ma mentre la sigaretta è da anni al centro di una campagna pubblicitaria che ne addita i possibili effetti nocivi, nessuno o quasi si interessa di quello che può provocare una o molte tazzine di caffè giornaliere.

Purtroppo non è il caffè di per sè a contenere sostanze tossiche ma il caffè che si ottiene alla fine della sua lavorazione. Infatti la magica bevanda dall’aroma inconfondibile, viene prodotta a partire da un seme oleoso bruciato, ed è la stessa OMS che fa presente che la bruciatura di carni, carboidrati o semi oleosi crea nell’alimento la presenza di agenti cancerogeni, arrivando a consigliarne l’uso limitato o nullo.

Appena arriva nel nostro stomaco vuoto, il caffè manda in tilt la mucosa gastrica, complicando situazioni già esistenti in precedenza; non a caso uno dei tre farmaci più venduti nel mondo moderno appartiene alla famiglia degli antiacidi digestivi.

Molte persone poi devono il caffè per svegliarsi alla mattina, ma se di primo acchito l’effetto è quello desiderato, dopo poco tempo si ottiene l’effetto opposto.. Infatti il caffè appena bevuto và a “strizzare” le surrenali che producono adrenalina (che da la carica) e poi le rilascia, più esaurite che mai (creando un effetto a lungo andare di esaurimento). Giorno dopo giorno, come è logico prevedere, bere caffè in una situazione di stanchezza cronica non può assolutamente portare giovamento.

Oltre a questo, ci tengo a citare una parte del testo “Metalli tossici: funzioni e incidenze nella salute dell’uomo”, ed. Sinai, di Paul Eck e Lawrence Wilson:
“Il cadmio è anche usato come materiale di rivestimento nelle industrie alimentari, perciò lo ritroviamo nei prodotti alimentari manipolati…(omissis)… ed il caffè sono fra le più comuni sorgenti di intossicazione di cadmio”

Alcune pagine più avanti: “L’intossicazione da cadmio è intimamente associata alla comparsa dei vari cancri maligni. Un’alta percentuale di pazienti affetti da cancro, prima o poi, rivelano un’intossicazione da cadmio”

Dal testo “La cura di tutte le malattie” della dott.ssa Hulda R. Clark, ed. Macroedizioni, leggiamo che il caffè viene contaminato da solventi considerati cancerogeni, permessi nel processo di produzione.
Questi solventi sono ammoniache derivati dell’acido borico, assieme ad altre sostanze non meno nocive; inoltre la presenza di questi solventi, “tecnicamente inevitabile”, rimane nel prodotto finale.

Parla anche del caffè decaffeinato, inquinato da alcol propilico e che alla fine della sua lavorazione contiene esano e pentano, potenzialmente tossici.
Ma come si fa il caffè decaffeinato? I chicchi vengono trattati con vapore, poi l’estrazione di caffeina avviene con acetato di metile e diclorometano. Il solvente viene recuperato con la caffeina, di cui l’industria farmaceutica è ghiotta, poi lavaggio ed essiccazione (ma il solvente non è idrosolubile, e la tossicità è pari alla benzina). Dal testo “Quattro sberle in padella”.

La torrefazione inoltre aggiunge, fra le altre sostanze, un elemento tossico complesso: la caffeo tossina, che anche se presente in minori quantità, soppraffà la caffeina come tossicità. Oltre la caffeotossina viene prodotta anche la micotossina, che provoca danni a pancreas e conduce al diabete.
(da un testo di nutrizione del trofologo dott. Costacurta).

Passiamo ora al dolce zucchero.
Lo zucchero industriale è un prodotto morto, inerte e nocivo al nostro organismo. Questo è dovuto alla sua laboriosa lavorazione in gran parte voluta per renderlo presentabile agli occhi del consumatore “raffinato”.

Il prodotto di partenza viene cotto con latte di calce (!), nella quale i componenti nobili del vegetale (albumine e minerali) precipitano, distruggendosi per conseguenza della reazione alcalina e del calore.
La sostanza risultante viene poi trattata con calce viva (!), acido carbonico, biossido solforico e carbonato di calcio. La massa ottenuta viene ulteriormente cucinata, raffreddata, cristallizzata e centrifugata.
L’ultimo processo, la raffinazione, avviene utilizzando acido carbonico, acido solforico ed altre sostanze non meno dannose.
Ultimamente l’industria saccarifera, per aumentare la produzione del prodotto finale ha introdotto nella lavorazione anche il sistema della lunga macerazione dei composti in soluzioni di resine, ammoniaca (!) ed acqua.

Che cosa potrebbe ulteriormente convincerci a togliere lo zucchero raffinato dalla nostra dieta?

Forse il sapere che non apporta alcuna vitamina, alcun oligoelemento, niente di niente; al contrario per permettere il suo assorbimento il nostro organismo deve investire buona parte delle sue risorse di vitamina del gruppo B (da ricordare che il crescente aumento delle depressioni e di esaurimenti nervosi è dovuto in gran parte alla carenza di vitamina B1 e B5).

Oppure essere a conoscenza che compie un’azione demineralizzante, decalcificante (favorendo l’osteoporosi) e agevolando i processi fermentativi con conseguente aumento di flora batterica tossica per l’intestino.
Anche il nostro sistema endocrino si sbilancia per l’introduzione di quest’elemento che non esiste in natura, e di conseguenza ne risente il nostro umore.
Qualche anno fa un giudice inglese condannò un bambino che aveva messo a soqquadro tutta una scuola a sei mesi d’astinenza da dolci. Dopo un mese l’umore della piccola peste era ritornato normale!

Con questo non si desidera fare in modo che le persone smettano di bere caffè e zucchero, anche perché è diventato uno status simbol della società moderna, ma perlomeno renderle più consapevoli, più attente; un caffè ogni tanto non fa male, come non fa male gustarselo magari con una bella porzione di panna, ma con la consapevolezza di quello che si beve.

Certo, lo si potrebbe anche sostituire con qualcosa di più sano, come infusi, tè verde, succhi, centrifughe ma anche solo acqua, che bevuta tiepida calda al mattino è un elisir di lunga vita per le sue qualità
E per dolcificare? Oltre al miele, possibili sostituti potrebbero essere il malto, il sciroppo di acacia o la stevia.

Ho concluso, adesso scusatemi, ma ho la pausa per il tè verde  😉

Pubblicato da Susanna

Naturopata, Consulente ed animatrice di Metamedicina, aromatologa, floriterapeuta, numerologa, scrittrice.

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